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Zamora in prima visione a Follonica - Ospite in sala il grande Neri Marcorè

 

Piccolo Cineclub Tirreno

Sabato 08 Marzo 2025, 18:15
Organizzato da Piccolo Cineclub Tirreno
L'evento è: Confermato
 
Categoria: Cinema e TV
Comune di Follonica

 

Sabato 8 marzo il grande Neri Marcorè sarà ospite del Piccolo Cineclub Tirreno per presentare il suo primo bellissimo film da regista: "ZAMORA",
in programma alle ore 15.30 e 18.15.
Vista l'importanza dell'evento e le tantissime richieste - per partecipare all'evento è necessaria la prenotazione da effettuare scrivendo al tel: 339/3880312.
Neri Marcorè, uno degli artisti italiani più versatili del panorama italiano (autore, attore di cinema e teatro, conduttore televisivo e musicista), aggiunge un nuovo tassello al mosaico dei suoi modi di esprimersi. A stregarlo, convincendolo ad accettare la sfida della prima regia, è stato il romanzo di Roberto Perrone, “Zamora”.
Garbo, umorismo e il calcio che spiega la vita.
Dal 'vangelo' di Eduardo Galeano: "Zamora era il terrore degli attaccanti. Se lo guardavano negli occhi erano perduti: con lui in porta, lo specchio si rimpiccioliva e i pali si allontanavano fino a perdersi di vista". Ma 'El Divino', il grande portero catalano che dà il titolo al romanzo di Roberto Perrone e da cui è tratta l'opera prima - e omonima - di Neri Marcorè sarà la croce di Walter Vismara, il timido e goffo ragioniere protagonista del film, bullizzato in ufficio da un bauscia d'ingegnere e nelle partitelle aziendali tra scapoli e ammogliati orchestrate dal 'Padrone', sfegatato interista malato di fòlber (così Gianni Brera chiamava il football nell'era di Peppìn Meazza), uno che obbliga ogni giovedì i suoi dipendenti a degli allenamenti laceranti, fantozziani, le prove generali per l'attesissima partita dell'anno. Un calvario per il giovane contabile - interpretato dall'esordiente Alberto Paradossi, bravissimo - rimbalzato da una fabbrichetta di Vigevano in questa avveniristica industria messa su nella Milano del 'boom' dal visionario Cavalier Tosetto (l'irreprensibile Giovanni Storti, e chi sennò?): ma poiché 'deve' giocare, malgrado consideri il pallone un trastullo demenziale, finirà con lo spacciarsi portiere solo perché è l'unico ruolo di cui ha una benché pallidissima idea. Ribattezzato sarcasticamente "Zamora", il ragazzo si farà...
"Non è la storia di un calciatore, ma di un ragioniere che viene costretto a giocare a calcio", chiarisce subito Marcorè, "Il calcio è una sorta di liquido di contrasto che lascia emergere i limiti e anche gli sproni che Walter vuole trovare in sé. È una storia di formazione, nella quale s'innestano le esistenze di altri caratteri, soprattutto femminili, liberi e intellettualmente molto forti". Perché, come sostiene Giorgio Cavazzoni, l'anti-eroe impersonato dal 57enne comico di Porto Sant'Elpidio, "c'è sempre di mezzo una donna". Come l'emancipata Ada, la segretaria per cui l'impiegato perde la testa, che ha il merito di scuoterlo dall'impaccio e dal suo incallito stato di inadeguatezza; o la sorella Elvira, altro spirito liberissimo, che lo ospita nel suo appartamento meneghino senza sconti ("io non sono né la tua cuoca né la tua cameriera, va bene?"), ma sarà lei a suggerire al fratello di trovare un 'maestro', qualcuno che lo prepari a tuffarsi, non solo metaforicamente, in campo come nella vita.
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'Zamora' di Neri Marcorè, girato tra Torino e Milano, Zamora è il film d'esordio di Neri Marcorè, liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Perrone.
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Anni '60. Walter Vismara è un uomo di trent'anni che lavora come contabile in una piccola fabbrica a Vigevano. Quando la ditta per cui lavora chiude senza preavviso, Walter troverà un nuovo posto di lavoro presso un'altra azienda nella movimentata Milano, dove sarà sotto la supervisione del suo capo, il Cavalier Tosetto. Quest'ultimo ha una fissazione per il calcio, costringendo i suoi dipendenti a sfidarsi in una competizione calcistica una volta a settimana, che vede una sfida fra scapoli e sposati. Walter, che non nutre particolare apprezzamento per il calcio, si schiera sin da subito in porta. Questa sua scelta porta l'ingegner Gusperti a prenderlo di mira, soprannominandolo sarcasticamente "Zamora", in riferimento al celebre portiere spagnolo degli anni '30. Walter è perciò costretto a sopportare le umiliazioni di Gusperti sia in campo che in ufficio, cosa che porterà poi Walter a chiedere l'aiuto di Giorgio Cavazzoni, una volta talentuoso portiere, per allenarlo.
In un'intervista rilasciata a La Repubblica Marcoré ha raccontato il significato del film:
«È un film che ha tante chiavi di lettura con un protagonista che deve crescere dal punto di vista sentimentale, nei rapporti umani. È uno che starebbe chiuso nel suo guscio, con un padre ingombrante. Sulla scorta di un trasferimento di lavoro, che subisce, si trova costretto a uscire dalle proprie certezze e ad affrontare sia una storia sentimentale che l’amicizia con un uomo più grande di lui, una sorta di maestro, che interpreto io. C'è il calcio che fa da sfondo, ma non è un film sul calcio»
Il progetto vede un cast formato dallo stesso Marcoré, Alberto Paradossi e Marta Gastini nei ruoli prinicipali, oltre che Anna Ferraioli Ravel, Giovanni Esposito,Walter Leonardi e la partecipazione dei comici Giovanni Storti e Giacomo Poretti.[6] In un'intervista rilasciata a The Hollywood Reporter Roma, Marcoré ha raccontato la scelta del cast del film:
«Ci siamo confrontati, alcuni nomi li avevo, li avevamo immaginati già in fase di scrittura, come Giovanni Storti, Giovanni Esposito, Giuseppe Antignati, Pia Lanciotti, altri invece li ho scelti con un provino. Nel mio piccolo è una battaglia che combatto da sempre quella di non impigrirsi nello scegliere sempre le stesse persone, lavoro da anni e la porto avanti a nome di tanti attori e attrici con grande talento che sembrano però non avere mai spazio nemmeno per i ruoli più adatti a loro.»
L’attore marchigiano lo ha girato senza rinunciare al suo sguardo e mostrando la maturità di un veterano anche dietro la macchina da presa. Così, forte dell’esperienza di una quarantina di film da attore, e un Nastro d’argento vinto oltre dieci anni fa per Il cuore altrove diretto dal suo scopritore, Pupi Avati, Marcorè ottiene il risultato di farci viaggiare indietro nel tempo fino a quegli anni ’60 carichi di fiducia nel futuro ma anche di asprezze e concorrenza nel presente, proprio per l’inurbamento di tanta gente dai piccoli centri alle grandi città. Il risultato è una storia dai toni lievi, che offre i sapori e i colori di quel tempo ottimista, girata con cura nell’ambientazione, nei dettagli, nella guida degli attori. Tra i quali brillano una (di nuovo) strepitosa Marta Gastini e un divertentissimo Giovanni Storti nel ruolo del patron dell’azienda. Un debutto di grande qualità e un film con pochi precedenti recenti, sia per lo stile, sia per le tematiche affrontate, dallo sradicamento al bisogno di credere in sé. E che aggiunge un sapore in più a quelli già presenti nella nostra cinematografia.

 

Piccolo Cineclub Tirreno

Via Bicocchi 53 a

Follonica

58022

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