Illogiche | Contro le Violenze sulle Donne
Polo Universitario Grossetano
Comune di Grosseto
Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1999. La scelta di questa data è legata alle sorelle Mirabal che, sotto la dittatura del generale Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana, si impegnarono nella denuncia degli orrori commessi dal regime. Torturate e uccise dai sicari di Trujillo il 25 novembre 1960, la loro morte sollevò un moto di orrore sia in patria che all’estero, portando all’attenzione internazionale i crimini del regime dominicano, che pochi mesi dopo cadde.
Questa data viene ora ricordata in tutto il mondo con manifestazioni contro la violenza sulle donne, ed anche la Fondazione Polo Universitario Grossetano partecipa alla celebrazione con un evento-spettacolo organizzato dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell'Università di Siena e aperto a tutti gli studenti del Polo ed alla cittadinanza.
Lo spettacolo "Violenza di genere. Il caso di Artemisia Gentileschi", incentrato sul caso di violenza subito dalla pittrice Artemisia Gentileschi, artista di scuola caravaggesca vissuta nella prima metà del XVII secolo, si svolgerà in forma di conferenza emozionale tra psicologia, teatro, letteratura e storia dell’arte; sul palco la psicologa Elisabetta Ciacci e l’attore Giacomo Moscato, che seguiranno il percorso della vita della pittrice attraverso le opere, riflesso della sua condizione esistenziale. Alternando la narrazione degli episodi biblici da lei rappresentati - i cui temi ruotano sempre intorno alla sopraffazione ed alla vendetta - all'analisi psicologica del “circolo della violenza” che tipicamente si crea tra vittima ed aggressore, l'incontro è un approccio interdisciplinare e stimolante alla tematica dell'abuso.
Figlia d'arte, fu allieva del padre Orazio, che la allocò sotto la guida del collega Agostino Tassi affinchè le insegnasse la prospettiva; egli però la violentò e le promise un matrimonio riparatore per rimediare al disonore, ingannandola perchè era già sposato. Il Tassi fu denunciato ed Artemisia affrontò con coraggio un difficile processo in cui fu interrogata sotto tortura, umiliata dai falsi testimoni dell'imputato, derisa ed infamata dal popolo. Il Tassi fu giudicato colpevole ma non scontò la pena, mentre ella fu costretta dal padre a sposare il pittore Pierantonio Stiattesi per recuperare l'onorabilità.
“Crediamo che questa forma di comunicazione emozionale immersiva possa essere efficace per portare l'attenzione sul fenomeno del maltrattamento; attraverso la narrazione si vuol fare immedesimare il pubblico e coinvolgerlo emotivamente ancor più che intellettualmente. E' una strategia che mira a stimolare la sensibilità del pubblico e ci auguriamo così di apportare un contributo alla lotta di civiltà contro la violenza.”, affermano Elisabetta Ciacci e Giacomo Moscato.